Martedì 11 aprile, alle 18, presso il Circolo dei lettori di via Bogino 9, Torino, appuntamento con “Soirée Berto”, incontro dedicato all’autore de “Il male oscuro”, con Pierluigi Battista, giornalista, e Camilla Baresani, scrittrice: letture di Gianni Bissaca.
«Il malloppo», lo chiamava. Il male oscuro non descrive una nevrosi, ma la mima e incarna.
Giuseppe Berto aveva 44 anni e stava malissimo quando lo scrisse, in due mesi di autoreclusione in Calabria. Uscito per Rizzoli nel 1964 e ripubblicato ora da Neri Pozza, “Il male oscuro”, narrando in prosa modernissima un disagio personale, racconta anche la malattia di un’epoca apparentemente felice.
Il romanzo, diventato anche un film nel 1990 con la regia di Mario Monicelli e protagonista Giancarlo Giannini, ottenne subito un grande successo alla sua uscita e fu insignito di numerosi premi. Ma la grandezza di quest’opera non venne pienamente colta, come la straordinaria potenza della figura di Giuseppe Berto, che rimase ai margini del panorama della letteratura italiana del secondo Novecento. Come sovente accade, romanzo e autore conoscono forse soltanto oggi quella che Benjamin definiva «l’ora della leggibilità». “Il male oscuro”, nota Emanuele Trevi nello scritto che accompagna la nuova edizione, appare come «lo specchio, frantumato ma straordinariamente nitido, di un intero mondo, di un’epoca storica», un capolavoro assoluto dotato di «un’autorevolezza paradossale, che si basa sulla travolgente energia degli stati d’animo».
Berto ha ammesso più volte il suo debito con “La coscienza di Zeno” di Svevo e “La cognizione del dolore di Gadda”, dalla quale ricavò il titolo stesso del suo libro. “Il male oscuro”, tuttavia, segna una svolta fondamentale rispetto a queste opere precorritrici: il suo linguaggio è la manifestazione stessa del male. Un’assoluta novità artistica e letteraria che lo stesso scrittore non esitò a battezzare «stile psicoanalitico».
Ingresso libero fino a esaurimento posti. Per informazioni: www.circololettori.it; [email protected]; tel.011/4326827.
Barbara Rossi