Katharine Hepburn, nata il 12 maggio del 1907 ad Hartford, nel Connecticut, proviene da una famiglia facoltosa: il padre è un rinomato urologo, la madre, cugina di un ambasciatore, appartiene alle cosiddette “suffragette”. La tranquillità famigliare è ben presto minata dalla tragedia derivante dal suicidio del fratello di Katharine, Tom, in circostanze mai chiarite: un episodio che segnerà per tutta la vita l’animo dell’attrice.
Katharine ha sin da bambina un carattere dolce ma, nello stesso tempo, determinato e forte. Inizia a calcare le tavole del palcoscenico negli spettacoli a sfondo femminista della madre, proseguendo poi la carriera – dopo essersi laureata e aver sposato l’agente di cambio Ludlow Smith, dal quale divorzierà cinque anni più tardi – a teatro. Nel 1932, dopo aver interpretato il ruolo da protagonista in Febbre di vivere di George Cukor, la sua carriera decolla, anche grazie al “regista delle donne”, di cui diventerà l’icona.
Nel corso degli anni Trenta Katharine consolida la sua figura divistica, incarnando il nuovo modello di una femminilità coraggiosa, emancipata e grintosa, in grado di tener testa all’altro sesso: l’indipendente Joe di Piccole donne (1933), sempre di Cukor, ne è un emblematico esempio.
Nel 1933 arriva il primo Oscar, per il film La gloria del mattino di Lowell Sherman (durante i suoi cinquant’anni di carriera ne collezionerà altri quattro, insieme a dodici nomination, un risultato mai raggiunto da nessun altra attrice). Susanna di Howard Hawks (1938) la vede fare faville in un ruolo brillante e così Scandalo a Filadelfia, del pigmalione Cukor.
Il 1942 è l’anno che trasforma l’intera esistenza di Katharine: sul set de La donna del giorno la giovane attrice incontra il già maturo Spencer Tracy, con il quale darà vita a un sodalizio artistico e sentimentale lungo venticinque anni, fino alla morte di lui, nel 1967. L’ultimo loro film insieme è lo straordinario Indovina chi viene a cena? di Stanley Kramer, per il quale la Hepburn conquista il secondo Oscar, poche settimane prima della scomparsa del compagno.
Nel 1951 la Hepburn duetta in maniera straordinaria con Humphrey Bogart ne La Regina d’Africa, di John Huston, così come indimenticabile è la sua interpretazione di Madame Venable in Improvvisamente l’estate scorsa, di J.L. Mankiewicz (1959). Nel 1968 e nel 1981 – rispettivamente per Il leone d’inverno di Anthony Harvey e Sul lago dorato di Mark Rydell – Katharine vince gli ultimi due premi Oscar della sua carriera.
Si spegne il 29 giugno 2003, all’età di 96 anni. Il celebre drammaturgo Tennesse Williams ha detto di lei: «Kate è l’attrice sognata da ogni drammaturgo. Riempie ogni azione, ogni frammento del testo con l’intuito di un artista che sia nata soltanto per quello scopo».
Barbara Rossi