Dopo una prima fase sperimentale attraverso alcune strutture ospedaliere, entrerà in vigore un’altra parte della legge regionale 11 del 2015, che regola la diffusione della cannabis terapeutica. L’assessore alla Sanità Antonio Saitta ha annunciato che a breve anche le farmacie piemontesi potranno somministrare l’antidolorifico cannabinoide, ovviamente su prescrizione del medico di base.
Per evitare abusi, la Regione ha fissato paletti precisi sulle modalità di distribuzione. Il trattamento é, infatti, riservato ai pazienti per i quali è stata accertata l’inefficacia dei protocolli standard. Sono piuttosto limitate (6) le indicazioni terapeutiche per le quali è autorizzato l’utilizzo della cannabis terapeutica: l’analgesia in patologie con spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) e nel dolore cronico; effetto anticinetosico e antiemetico in nausea e vomito, spesso causati da chemioterapia, radioterapia e terapie per l’HIV; stimolazione dell’appetito in cachessia, anoressia, in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa; effetto ipotensivo nel glaucoma; riduzione dei movimenti involontari per gli affetti da sindrome di Tourette.
Il medico curante può prescrivere la cannabis anche per altre indicazioni terapeutiche, ma in tale caso i costi sono totalmente a carico del paziente. La somministrazione può avvenire attraverso via orale (fogli di carta oleosa con il prodotto) o inalatoria (attraverso uno specifico vaporizzatore). I dati sull’andamento delle terapia saranno trasmessi, in forma anonima, dal medico di base all’Istituto superiore di sanità.
Stefano Summa
@Stefano_Summa