Campo maledetto, quello di Arezzo. Nella sua storia l’Alessandria non ci ha mai vinto, e anche ieri è caduta di fronte agli amaranto, trovando la seconda sconfitta in campionato.
Ma le contemporanee battute d’arresto, impreviste in verità, di Cremonese e Livorno, tolgono peso alla sconfitta dei grigi, che si ritrovano sempre con lo stesso vantaggio sulla seconda (+7) e sulla terza (+8). Cambia il rapporto con i giustizieri di ieri, che salgono ad affiancare il Livorno a -8, ma sono sempre tre partite di vantaggio e ne mancano 15 alla fine, di cui 8 l’Alessandria le giocherà in casa.
E guardando gli scontri diretti i grigi sono in vantaggio con Livorno (3-1 e 1-2) ed Arezzo (1-0 e 0-1, ma differenza reti +28 contro +11) e alla pari con la Cremonese (1-1) in attesa della gara di ritorno.
Duro Piero Braglia alla fine: “Dobbiamo capire che in certe partite ci dobbiamo adeguare all’agonismo degli avversari, se no si perde. In questa categoria non basta pensare che una giocata prima o poi arriva, bisogna alzare il livello di combattività. Se no prendi gol e poi non giochi più. O ci si adegua o si cambia, come ho fatto”. Nell’intervallo, infatti, Celjak e Iocolano son rimasti a fare la doccia lasciando il posto a Sosa e Nicco, passando dal 4-4-2 al 3-5-2. L’Alessandria ha preso possesso del campo e ha creato molte situazioni d’attacco, mai, però, pulite per poter concludere a rete, tanto che il portiere Borra ha dovuto sbrigare solo ordinaria amministrazione. E tanto da far dire allo stesso Braglia “oggi Bocalon ha fatto più il difensore centrale che l’attaccante”. Il tecnico grossetano, coerente come sempre, non le manda a dire, anche se riconosce che la sconfitta è indolore: “E’ andata bene, perché hanno perso anche gli altri e c’è una partita in meno, però io mi sono già rotto le scatole di perdere. Dobbiamo svegliarci perché abbiamo un dovere preciso, quello di arrivare in fondo davanti a tutti”.
Chiarissimo. E non è la prima volta che rimprovera ai suoi di piacersi un po’ troppo, ma l’assenza a centrocampo di Cazzola, sempre più imprescindibile, si sente tanto.
L’allenatore dei grigi ha sempre detto di lavorare con il materiale a disposizione e di fidarsi dell’operato del ds Magalini, e di aver insistito un po’ di più solo per il mediano ex-Atalanta.
La partita ha visto la capolista accettare il ritmo ‘a strappi’ imposto dagli avversari, subendo un po’ troppo senza riuscire a ripartire con efficacia. E al 37′ è arrivato il gol: giro-palla lento dell’Arezzo, la difesa grigia sale, gran giocata in verticale di Moscardelli per Bearzotti che arriva davanti a Vannucchi, tocco laterale per Polidori che segna a porta vuota. C’era il dubbio dell’off-side, ma fermando le immagini Celjak tiene in gioco Bearzotti per pochi centimetri, e l’assistente Angotti, come da indicazioni, lascia giocare. Troppo tenero invece l’arbitro Balice, tollerante con le sceneggiate dei giocatori amaranto, che nella ripresa cadevano ad ogni soffio di vento e stavano lì ad aspettare il 118. Un paio di cartellini gialli avrebbero fermato la recita, ma il ‘fischietto’ non ha mostrato grande personalità.
Ma non son questi i motivi della sconfitta. Un’Alessandria arruffona e poco aggressiva ha subìto due contropiedi, nella ripresa, che solo la bravura di Vannucchi ha fermato.