Presentata nel Carcere di San Michele dal Garante Comunale dei Detenuti, prof. Davide Petrini, la Relazione annuale sull’attività svolta
La Commissione Consiliare Politiche Sociali e Sanitarie del Comune di Alessandria, presieduta da Rossella Procopio, si è riunita questa mattina presso la Casa di Reclusione di San Michele — presenti il Direttore della Casa di Reclusione di San Michele dr. Domenico Arena e il Direttore della Casa Circondariale Cantiello e Gaeta dr. Alberto Valentini — per ascoltare la relazione del Garante dei Diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della liberta personale, prof. Davide Petrini.
Alla presenza del Sindaco, Maria Rita Rossa, dell’Assessore Mauro Cattaneo, del Garante Regionale dei detenuti, Bruno Mellano, dei Parlamentari Federico Fornaro, Daniele Borioli, Fabio Lavagno e del Presidente della IV Commissione del Consiglio Regionale, Domenico Ravetti, il Garante Comunale ha esposto una ricca analisi della situazione all’interno delle due carceri cittadine, evidenziandone le criticità.
«La scelta di svolgere la Commissione in carcere non è casuale — spiega Rossella Procopio, Presidente della Commissione —. Abbiamo voluto, in accordo con il Garante prof. Petrini, che i rappresentanti delle varie Amministrazioni Pubbliche ed Associazioni di Volontariato coinvolte venissero proprio qui perché questo luogo non deve essere percepito come altro, rispetto alla città, ma come un quartiere, come parte integrante di essa. è un segnale importante dell’attenzione dell’Amministrazione verso queste realtà dove ci sono, attualmente, 1100 persone, tra detenuti e operatori della polizia penitenziaria e dell’amministrazione, oltre alle Associazioni di Volontariato che vi operano».
Dalla relazione emerge che esiste un alto tasso di sovraffollamento delle carceri nonostante il quadro generale della Regione Piemonte rilevi che gli Istituti penitenziari piemontesi siano in genere “sotto-affollati” e ciò determina un trasferimento di detenuti da altre Regioni.
All’interno di entrambe le Strutture (Cantiello Gaeta e San Michele) sono previste delle attività scolastiche, formative, lavorative e trattamentali per i detenuti.
Tuttavia il numero dei detenuti che possono beneficiare della possibilità di essere ammessi ad un lavoro non alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria per le c.d. attività “domestiche”, è molto esiguo.
Per il Comune di Alessandria l’unica eccezione a riguardo attiene al forno gestito, nella casa di reclusione di San Michele, dalla cooperativa Pausa Cafè che impegna una decina di detenuti e dal progetto di attività agricola gestita da Coompany (4 detenuti). Il Carcere di san Michele è il primo produttore di camomilla.
L’80% dei detenuti risulta costretta all’ozio forzato ed a condizioni di dipendenza, dal punto di vista economico, dai familiari esterni. La mancata possibilità di instaurare percorsi esterni e la scarsa possibilità di accedere alle misura alternative alla detenzione, determina spesso un fine pena che, di fatto, espelle dal carcere soggetti privi di reddito ed opportunità lavorative. Questi due fattori aumentano, di conseguenza, il tasso di recidiva.
Non si registrano, in entrambi gli Istituti, grosse criticità a livello locale, oltre quelle che, in modo diverso, ma costante, affliggono la quasi totalità degli Istituti Penitenziari Italiani (carenza di educatori, elevata percentuale di detenuti stranieri, difficoltà a reperire attività lavorative, ozio forzato per la gran parte dei reclusi).
Si segnala, tuttavia, la cronica difficoltà di accesso ai benefici penitenziari, nonché una situazione precaria dal punto di vista strutturale, in particolare al Cantiello e Gaeta (celle fatiscenti, umidità nei locali, carrelli del vitto e dei medicinali arrugginiti etc.).
Le problematiche che emergono dai colloqui del Garante con i detenuti riguardano problemi di ordine sanitario (difficoltà ad accedere alle visite per terapie specialistiche, importanza del ruolo del Ser.T Penitenziario, in fase di riorganizzazione), difficoltà a soddisfare le richieste di trasferimenti in altre carceri e la necessità di maggiori opportunità di attività lavorative.
Si evidenzia, inoltre, una difficoltà a sostenere la genitorialità e per i detenuti stranieri, emergono forti difficoltà a scontare la pena nel proprio Paese di provenienza, anche quando, all’esito di una richiesta del detenuto stesso, sia già stato emesso il decreto di espulsione.
Altro ambito particolarmente complesso è quello delle pratiche e procedure amministrative che spesso risulta difficile poter esplicare (recente è il caso dell’impossibilità di un detenuto di riconoscere il figlio naturale nei termini previsti dalla Legge).
«Questo momento di confronto è stato molto utile per porre in evidenza tutti gli ambiti in cui l’Amministrazione può intervenire — ha concluso il Sindaco di Alessandria Maria Rita Rossa —. Siamo disponibili a collaborare e con il contributo delle Autorità presenti, possiamo portare questi temi di discussione sui tavoli del Governo centrale».
Alta l’attenzione dei Parlamentari e del Presidente della IV Commissione del Consiglio Regionale che hanno dato ampia disponibilità ad approfondire le questioni emerse e farsi portatori di istanze relative alle criticità emerse.