Si è celebrato ieri a Murisengo il ‘grazie dei campi’ della Coldiretti provinciale di Alessandria Si sono ritrovati centinaia di imprenditori agricoli provenienti da ogni parte della provincia per ringraziare il Signore. Si è svolto nell’ambito della Fiera del Tartufo.
Il Ringraziamento della Coldiretti alessandrina si è celebrato il giorno della conclusione dell’Anno Santo a Murisengo nell’ambito della 49esima edizione della Fiera Nazionale del Tartufo, che ha visto il mondo dei campi riuniti tra riflessione e aggregazione tra le colline della Valcerrina dove si sono ritrovati centinaia di imprenditori agricoli provenienti da ogni parte della provincia per ringraziare il Signore per il raccolto ricevuto e per quello auspicato nei mesi futuri.
La funzione religiosa è stata concelebrata dal vescovo della Diocesi di Casale Monferrato Mons. Alceste Catella, da don Elio Barbuio parroco di sant’Antonio e da Mons. Ivo Piccinini consigliere ecclesiastico provinciale Coldiretti.
“Cibo, acqua e salute sono beni inalienabili. La sovranità alimentare al centro di tutto – ha affermato Mons. Alceste Catella – noi dobbiamo “coltivare e custodire” nel senso più letterale dei termini perché lavorare la terra è un impegno formativo ed educativo indispensabile per una sana nutrizione che recupera la sobrietà delle tradizioni alimentari, apre spazi di diversificazione a favore delle produzioni tipiche locali e risponde alle domande della società civile”.
Con un pensiero alle vittime del terremoto del centro Italia e ai terremoti che scuotono ogni giorno le coscienze dell’anima.
Presenti autorità civili e militari e i vertici della Coldiretti alessandrina, il presidente Roberto Paravidino e il direttore Leandro Grazioli accompagnati dalla Giunta, che ha condiviso quest’ importante occasione di riflessione sui problemi che il mondo rurale sta affrontando con determinazione e fermezza.
Sono le sfide in atto per favorire un ritorno alla terra, in particolare dei giovani, un fenomeno che in Italia mostra segnali arricchiti da una splendida capacità innovativa, sia nei prodotti che nei processi, contribuendo a quella diversificazione dell’agricoltura che abbraccia forme di agricoltura sociale e civica, che introducono la “reciprocità” nell’agire economico.
“Coldiretti ha una progettualità ben precisa, una traiettoria per il futuro, il nostro impegno a difesa del vero Made in Italy, per garantire redditività alle aziende mettendo al centro la persona. – ha affermato il presidente provinciale Roberto Paravidino – L’agricoltura può offrire molto in questo contesto economico non facile a tutti i livelli, tutti quanti insieme dobbiamo però continuare a ricercare con il sistema aziendale artigianale, commerciale e industriale contratti di filiera dove ciascuno abbia un ruolo normato e remunerato con il giusto beneficio a tutti con sicura rintracciabilità e valore al prodotto che ne deriva”.
Sono numerose le sfide di oggi, di coloro che vogliono vivere in una positiva relazione con la terra, corrispondendo alla vocazione divina in una pratica di cura e di custodia.
“Per la Valcerrina e il Comune di Murisengo orgoglio e soddisfazione poter ospitare il grazie dei campi – ha aggiunto Mauro Bianco presidente Coldiretti per la Zona di Cerrina – Puntando sulla multifunzionalità, la nostra agricoltura dovrà essere in grado di dare luogo a produzioni congiunte, con nuovi modelli di sviluppo, capaci di rispondere adeguatamente alle attese del Paese. E’ fondamentale che anche il lavoro agricolo e rurale si caratterizzi per una rinnovata e chiara consapevolezza etica, all’altezza delle sfide sempre più complesse del tempo presente. In questo tempo di crisi, un segnale positivo è rappresentato dal ritorno all’impresa agricola dei giovani, che sentono questo lavoro come una “vocazione”, che dona loro dignità e piena valorizzazione”.
Riflessioni aperte alla ricerca di nuove soluzioni lungo tutta la filiera alimentare: dalla produzione al consumo, fino ai “nuovi stili di vita”. Solo così sarà possibile garantire che la terra possa continuare a produrre cibo per tutti, oggi e per le generazioni future.
Consapevoli che nelle situazioni di stallo i problemi non si risolvono vivendo la nostalgia del passato, quanto, piuttosto, proiettandosi, in una sorta di nostalgia del futuro, la sfida storica in quest’era di globalizzazione, consisterà allora nel trovare un’articolazione del locale nel mondiale: fare in modo che si possa ritrovare un luogo di identità dove la persona riacquisti i propri diritti, ritrovi unità familiare e solidarietà sia in campo economico, sociale che rurale.
A partire dalla cosiddetta sovranità alimentare e dal primario diritto al cibo, rafforzando il ruolo dei coltivatori, incoraggiando i mercati locali e regionali, denunciando le politiche monopolistiche delle grandi industrie agro-alimentari e promuovendo il benessere della famiglia rurale.
Suggestivo il momento dell’offertorio e la benedizione dei mezzi agricoli, per l’occasione accompagnata dalla Fanfara dei Carabinieri.
Mezzi agricoli che, come ha ricordato Mons. Ivo Piccinini “servono per la fatica quotidiana, per lavorare la terra e per donare alla comunità il bisogno al proprio sostentamento”.
Emozione e commozione durante il ricordo dell’indimenticato Massimo Taverna, giovane dirigente della Coldiretti alessandrina, improvvisamente scomparso pochi mesi fa, presidente e fondatore della Cooperativa “Fresche Terre di Scrivia”.