Alessandria, la nosta città, il luogo in cui viviamo, permette uno stile di vita da buon cittadino?
Sono le ore 09:00 del mattino ed è un martedì. Sarebbe un giorno come tanti altri, se non fosse per un’unica differenza: oggi non dispongo della macchina e mi trovo costretta a dover prendere l’autobus. L’idea non mi entusiasma, perché mi sovvengono alla mente vecchie immagini di quando andavo al liceo: folla (foto 1), aria viziata, sobbalzi dovuti alla pavimentazione irregolare e tante, troppe, lunghe attese. Voglio comportarmi da buona cittadina, come in famiglia ed a scuola mi hanno insgnato, così mi appresto ad andare a comprare un biglietto dell’autobus. Purtroppo, però, nel mio caso, occorre percorrere a piedi un bel tratto di stada, poiché il rivenditore più vicino è un’edicola, distante circa mezzo chilometro da casa mia. Sono fortunata perché sono giovane e camminare per me non è un grosso problema, ma penso alle difficoltà di un anziano che si accorge di non possedere un biglietto e si ritrova costretto a dover percorrere lunghi tragitti a piedi.
Piove, le macchine passano ad una velocità medio/alta ed io rischio di bagnarmi ogni volta che mi passa accanto un’auto. Ecco il disagio, le difficoltà ed i problemi.
Questo, purtroppo, non è l’unico caso, poiché in molte zone di Alessandria si ritrovano circostanze analoghe. Ancora più grave è la situazione dei giorni festivi, quando edicole e tabaccherie sono chiuse. L’acquisto dei biglietti a bordo è concesso in molte città italiane, anche ad Alessandria, certo, ma con un’unica differenza: bisogna essere fortunati per trovare l’autobus che lo permette.
VITA QUOTIDIANA
Il perfetto cittadino, però, è anche colui che, utilizzando la macchina, paga il percheggio, ove necessario. In questo caso siamo davanti alla Biblioteca Civica, che dispone di una zona per la sosta delle auto, benché a pagamento (foto 2). C’è la piazza, ci sono le strisce blu, le macchine, gli autisti, ma manca una cosa: il parchimetro. Infatti, per poter svolgere il nostro dovere di cittadino, dobbiamo recarci in via Faà di Bruno e tornare indietro a riporre il biglietto all’interno della macchina (foto 3). Bisogna augurarsi di non aver fretta, ovviamente.
Situazioni di disagio derivate dal rispetto delle norme civili e sociali sono all’ordine del giorno. Quante volte, per esempio, passeggiando in città, abbiamo bisogno di un cestino per buttare un fazzoletto o un foglio di carta e ci ritroviamo a dover camminare molto, prima di trovarne uno? (foto 4).
Anche alcune fermate dell’autobus non ne sono fornite. Per non parlare delle panchine che sarebbe opportuno posizionare in corrispondenza delle fermate. Per fare un esempio, anche quella della stazione ne è sprovvista (foto 5).
NORME E REGOLE
Un buon cittadino rispetta anche le regole, riguardanti lo smaltimento dei rifiuti.
Analizziamo, però, la seguente norma: “L’abbandono e il deposito incontrollato di rifiuti sul suolo e nel suolo sono vietati ai sensi dell’art. 14 del D. Lgs 22/97“. Alessandria, favorisce l’osservazione di tale regola? Vediamo il caso dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti, situati nei pressi della Scuola di Polizia. Per poter gettare i sacchetti bisogna servirsi dell’apposito ingresso che si trova nella parte superiore (foto 6). Come è possibile notare, però, le dimensioni sono ridotte e ciò causa l’abbandono sul suolo di alcuni sacchi troppo voluminosi (foto 7).
Anche per quanto riguarda la circolazione vi sono dei problemi. Secondo quanto affermato nell’articolo 182 del “Nuovo codice della strada” (Decreto legisl. 30 aprile 1992): “I velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate quando esistono” . Analizzando la situazione alessandrina, però, sorge spontaneo un sorriso di scherno. Il rifacimento del cavalcavia, per esempio, prevede la realizzazione di un grande marciapiede, tralasciando le precarie condizioni di quello del lato opposto (foto 8 e 9). Nonostante i cambiamenti e le novità, non si è ancora posta attenzione ai problemi causati dalla presenza di ciclisti sulla carreggiata.
In conclusione, non può esistere il cittadino perfetto in una città imperfetta.
Giada Guzzon