Dal 4 al 6 settembre 2016 si è svolto il Diab3king, tre giorni di trekking per ragazzi diabetici organizzato dall’associazione JADA in collaborazione con il CAI, al quale ho partecipato.
Si è trattato di un Trekking Itinerante (ovvero senza dimora fissa) per le vie del parco regionale del Mont’Avic in Valle D’Aosta.
Il primo giorno, partiti dal parcheggio ai piedi del monte, abbiamo affrontato la prima tappa del percorso, 8 km di camminata con un dislivello di 800 m dal punto di partenza situato a 1400 m. La giornata era bellissima e questo comportava un grande caldo nonostante l’altitudine, infatti, alcuni ragazzi, dai quattordici a salire, si sono dovuti fermare più volte, non solo a causa dello sforzo fisico, ma anche per i problemi derivanti dal diabete. Questi problemi, anziché demoralizzare i ragazzi, li spingevano ad andare avanti anche grazie alla presenza di Marco Peruffo, un Alpinista professionista, anche lui diabetico, che ispirava i ragazzi nell’emulare le sue gesta (la più importante il raggiungimento della vetta del monte Cho Oyu alto 8201 m).
Durante il tragitto gli sguardi erano tutti puntati sui magnifici paesaggi e la fantastica varietà della vegetazione che il parco offriva. Dopo sei ore di camminata siamo arrivati a destinazione, il rifugio Dondena, presso il quale alcuni ragazzi hanno potuto effettuare una vera e propria scalata su una parete rocciosa grazie alle attrezzature del rifugio.
Il secondo giorno è stato quello più provante ma sicuramente il più soddisfacente. Il programma era 10 km di camminata con un dislivello di 850 m ma concentrati tutti in una salita. Le condizioni meteo non erano positive come il giorno precedente, il nemico principale è stato il vento che, soprattutto in altitudine, soffiava veramente forte. Grado di sfida aumentato ma nessun problema per tutti e diciassette i ragazzi che hanno preso parte al viaggio, che con un grande sforzo fisico (primo trekking per la maggior parte dei partecipanti) hanno raggiunto il punto più alto del loro viaggio (quasi 3000 m). Dopo una salita c’è sempre una discesa, ma questa volta non una discesa banale, anzi, molto ripida su un terreno molto friabile (di origine vulcanica) con il vento che continuava a soffiare molto forte. A dare il coraggio ai ragazzi è bastata la vista del paesaggio, composto dai cinque laghi del parco del Mont’Avic e da uno stambecco che, molto più facilmente di noi con due gambe, scendeva la parete della montagna. Una volta terminata la discesa, il percorso diventava più rilassante, dove tutto quello che dovevi fare era ammirare i paesaggi unici che si potevano ammirare in quella valle circondata da grandi vette. Dopo otto ore di camminata (finalmente) il gruppo è giunto a destinazione, il rifugio Barbusel, dal quale si potevano ammirare le più famose montagne della Valle D’Aosta.
L’ultimo giorno è stato quello meno impegnativo, con i ragazzi che si sono goduti l’ottima giornata di sole, condividendo l’esperienza effettuata in quei tre giorni e commentando che effetto ha avuto su loro e la malattia, che non ha per nulla ostacolato la loro piccola impresa. Dopo un cospicuo pranzo abbiamo affrontato l’ultima tappa, 5 km, tutta discesa, per tornare ai piedi del monte dove avevamo lasciato le macchine, terminato in poco più di tre ore.
Questa è stata la mia esperienza del mio primo trekking, un’avventura indimenticabile e incredibilmente appagante perché fa capire ai diabetici come me e i ragazzi che hanno preso parte al trekking, ma anche alle persone normali, che niente è irraggiungibile, basta solo volerlo e crederci. Non vedo l’ora di rifarlo.