19Citare il classico del cinema di fantascienza “Il pianeta proibito” per parlare di storiografia ed esaltare i potenti mezzi del cervello umano sarebbe impresa ardita per molti, non per lo storico Giorgio Politi. Attraverso la metafora della macchina di Krel, che in quel film generava i terribili mostri del subconscio di chi ne entrava in contatto, il professore dell’Università Ca’ Foscari ha approfondito il ruolo che la mente gioca nello sviluppare realtà ben strutturate, nelle quali orrori apparentemente misteriosi come la Shoah trovano una loro drammatica interpretazione.
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