Il concetto di “informatica verde” deriva dall’inglese “green computing” (o “green IT“) ed indica una tipologia d’informatica eco-sostenibile. Grazie allo studio ed alla messa in pratica di tecniche di realizzazione e di progettazione di computer, server e dispositivi ad essi connessi, a basso impatto ambientale, è possibile rispettare le nostre responsabilità sociali ed etiche.
L’informatica verde, però, non rinuncia alla qualità, infatti, si pone l’obiettivo di raggiungere un tornaconto economico e di buone prestazioni tecnologiche. Questo è il compito della green IT: studiare ed utilizzare le tecnologie informatiche in maniera efficiente.
Per ottenere una qualità ottimale dei prodotti informatici è necessario massimizzarne l’efficienza energetica durante il loro intero ciclo di vita e promuovere la biodegradabilità e riciclabilità degli scarti di fabbrica o dei prodotti ormai defunti.
Il linea con questa filosofia, i ricercatori del progetto ABACUS, finanziato dall’Unione Europea, hanno ideato un innovativo “super-computer biologico“, che, oltre ad essere sostenibile, è ad alta efficienza energetica. Infatti, questo modello è alimentato da adenosina trifosfato (ATP), una sostanza che fornisce energia al nostro corpo. Esso, infatti, possiede un circuito grande circa 1,5 cm2 e, al posto di elettroni che vengono azionati da una carica elettrica, come nei microchip tradizionali, possiede delle strisce di proteine (chiamate “agenti biologici” dai ricercatori) che viaggiano in maniera controllata all’interno del circuito. Il modello ha dimensioni ridotte, pari a quelle di un libro, che, pertanto, gli consentono un trasporto facile e pratico.