Una pagina memorabile della storia della marina mercantile italiana del dopoguerra è stata illustrata ai soci del Lions Club Alessandria Host, nell’ultima serata conviviale, dall’ingegner Flavio Testi, noto esperto elettrotecnico, responsabile di progetti di elevata complessità e valore nei settori aerospaziale, automobilistico, informatico e, più di recente, nel settore cantieristico navale. Argomento dell’incontro “Il caso Andrea Doria”, cioè l’affondamento del transatlantico italiano che, il 25 luglio 1956, sulla rotta Genova – New York entrò in collisione con la Stockholm, nave passeggeri svedese, e si inabissò ad una profondità di 75 metri dopo undici ore di agonia. Un lasso di tempo che permise ai soccorsi di portare in salvo la maggior parte dei 1.134 passeggeri. Le vittime furono 46, oltre a cinque marinai dello Stockholm.
Simbolo della rinascita italiana, l’Andrea Doria era equipaggiata con attrezzature all’avanguardia, impreziosita con opere d’arte e suppellettili di valore, ristoranti, sale da ballo e piscine per ciascuna delle tre classi di passeggeri. Un vero esempio dell’italian style. Ancora oggi il mistero avvolge gli avvenimenti di quella fatidica notte, con una serie di tragici errori inspiegabili, anche alla luce dell’esperienza del suo comandante Pietro Calamai.
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