Un libro e una mostra per raccontare le vicende di un piccolo paese ‘normale’, che, però, è tutt’altro che banale.
Dopo oltre tre anni di lavoro, arriva a compimento il progetto “La comunità spaesata. Quattordio: la parabola di un paese industriale” affidato dal Comune di Quattordio a Last – Laboratorio Sviluppo e Territorio, spin-off del Dipartimento di Giurisprudenza, Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’Università del Piemonte Orientale, sotto la direzione scientifica di Guido Borelli, sociologo. Dopo dodici anni di insegnamento all’Università del Piemonte Orientale, Borelli è professore associato di sociologia dell’ambiente e del territorio al Dipartimento di Pianificazione e Progettazione in Ambienti Complessi dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV). Da alcuni anni utilizza la pratica fotografica come complemento della ricerca sociale, in particolare attraverso i ritratti dei soggetti con i quali interagisce nel corso dei suoi lavori .
La ricerca ruota intorno al paese di Quattordio, per gli addetti ai lavori Capitale italiana del coating, uno dei luoghi più importanti nella produzione di prodotti per il rivestimento (vernici, cavi isolati, isolanti e molto altro). A Quattordio sono prodotte le vernici delle automobili della Fiat, così come il celebre ‘rosso Ferrari’ e le scie tricolori della pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori.
La storia industriale di questo paese inizia alla fine degli anni Venti, quando due geniali ingegneri nativi di quelle terre, Giuseppe Fracchia e Cesare Pettazzi, fondarono dal nulla quattro imprese che arrivarono a dare lavoro a circa tremila dipendenti. Oggi quell’epoca è definitivamente tramontata e il paese ha subito profondi cambiamenti, con ripercussioni economiche e sociali sulla comunità locale.
Per indagare questi effetti e per comprendere le ragioni di una diffidenza della comunità locale a impegnarsi nella vita sociale del paese, nel 2011 è iniziato uno studio – coordinato dal Prof. Borelli – che ha messo al centro dell’analisi il passaggio della comunità quattordiese da una rapida industrializzazione di stampo paternalistico all’attuale situazione, dove le fabbriche locali sono divenute sedi periferiche di grandi imprese multinazionali.
Il lavoro si sarebbe potuto concludere qui, invece si è arricchito di un’evoluzione inaspettata, dalla forte valenza identitaria, derivata dalla decisione del prof. Borelli di immortalare quella stessa comunità che tanto aveva analizzato e che ormai gli era quasi familiare. Con l’occhio attento del sociologo e la sensibilità del fotografo, Borelli ha realizzato 73 ritratti in bianco e nero di cittadini di Quattordio. Ci sono il vigile urbano, la maestra, i farmacisti, i bambini della scuola elementare del paese, il medico condotto, le sorelle del Bar Sport, il parroco e poi gli imprenditori e anche qualche cittadino illustre. Volti e storie che raccontano tutta la straordinarietà di ciò che comunemente chiamiamo “quotidianità”.
Gli scatti sono stati realizzati dopo l’intervista in profondità ad alcuni dei soggetti fotografati e saranno in mostra al Palazzo del Monferrato di Alessandria dal 19 febbraio al 15 marzo con ingresso libero.
L’esposizione è a cura di Francesca Liotta, specialista in attività culturali e, fino al giugno del 2014, responsabile dell’ufficio cultura della Provincia di Alessandria. Attualmente si occupa di manifestazioni e cerimoniale presso la Città di Alessandria. In ambito artistico, è stata responsabile di numerosi progetti di valorizzazione anche a livello nazionale, referente di specifiche rubriche e giurie, membro di comitati scientifici e direttore creativo di gallerie d’arte.
La vernice della mostra si svolgerà giovedì 19 febbraio alle ore 17.30 e vedrà la partecipazione del fotografo di fama internazionale Gianni Berengo Gardin. Classe 1930, originario di Santa Margherita Ligure, Gardin ha iniziato a occuparsi di fotografia nel 1954. Nel 1965 si è stabilito definitivamente a Milano dedicandosi alla fotografia di reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura, alla descrizione ambientale. Ha collaborato con le principali testate della stampa illustrata italiana ed estera, ma si è principalmente dedicato alla realizzazione di libri, pubblicando oltre 200 volumi fotografici. Nel 1963 è premiato da World Press Photo e da allora si è aggiudicato svariati riconoscimenti nazionali e internazionali. Nel 2009 gli è stata conferita la laurea honoris causa in Storia e critica dell’arte presso l’Università degli Studi di Milano. Nel 2012 la città di Milano gli ha conferito il premio Ambrogino d’Oro.
L’approfondito lavoro del prof. Guido Borelli è divenuto anche una pubblicazione, edita da CONTRASTO, che porta lo stesso titolo del progetto e che tiene insieme lo studio sociologico sulla comunità quattordiese con le fotografie dei suoi cittadini. Il cofanetto, contenente la ricerca e il catalogo di foto, sarà presentato in occasione di un convegno in programma giovedì 12 marzo a Palazzo del Monferrato di Alessandria.
La mattinata sarà dedicata al tema degli studi di comunità, con interventi di studiosi ed esperti. A seguire la visita guidata alla mostra e nel pomeriggio un focus sul libro. La volontà del Prof. Borelli è quella di confrontarsi con i cittadini di Quattordio e non solo sulle tematiche emerse nella ricerca e offrire/raccogliere spunti per il futuro della comunità quattordiese.
Il Progetto “La comunità spaesata. Quattordio: la parabola di un paese industriale” è realizzato con il sostegno del Comune di Quattordio; con il patrocinio di Comune di Alessandria e Provincia di Alessandria; con il contributo di Camera di Commercio di Alessandria, Elantas Italia Srl, Essex Italy Spa, Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, PPG Industries, Prysmian Cavi Sistemi Italia Srl, Ve.Co Srl; con la collaborazione di Dipartimento Giurisprudenza, Scienze Politiche, Economiche e Sociali Università degli Studi del Piemonte Orientale, LaST – Laboratorio Sviluppo e Territorio, Palazzo del Monferrato, Associazione Nazionale Fotografi Professionisti.