Alessandria ko a Vicenza, 3-2, contro il Real. Doveva succedere prima o poi, dirà qualcuno. Certo, ma meglio poi che prima. Pace. C’è da dire che, dopo il doppio 1-0 contro Salernitana (Tim Cup) e Mantova (campionato), c’era la sensazione che i grigi fossero squadra sparagnina, poco avvezza a far gol ma solida dietro, adatta comunque a far risultato. Ma la sconfitta di ieri ha ribaltato tutto: 3 gol presi e 3 gol fatti (il pareggio di Valentini, viste e riviste le immagini, era buono), ma le sviste arbitrali sono nel conto. Però ci sono tanti ‘però’. Infatti in coppa la squadra giocò 4-4-2, modulo ribadito a Lanciano dove si è perso 1-0, ma contro una buona squadra di B ci può stare. In campionato si è tornati al 3-5-2, modulo prediletto da D’Angelo e sul quale, per sua stessa ammissione, si è lavorato di più; buona la prima, male la seconda. L’ampio turn-over attuato indica, a mio parere, che il tecnico sia ancora alla ricerca dell’undici titolare e che la condizione atletica sia ancora lontana dal ‘top’. In più ritengo che non siano ancora del tutto definiti gli equilibri e le gerarchìe dello spogliatoio, per cui l’Alessandria risulta una squadra in via di costruzione alla ricerca di sè stessa. Normale, quando si cambia categorìa e vanno e vengono molti giocatori. Da fuori par tutto facile: gli innumerevoli ‘allenatori da bar’ si dilettano a snocciolare formazioni esibendo, col sedere posato su una sedia davanti a un caffè, competenze straordinarie; i tifosi sono impazienti, regalano entusiasmo, tempo e soldi ma pretendono risultati e grande dedizione. Cosa che, diciamo la verità, qualche volta alcuni giocatori scordano a casa. Ma il calcio è così, e a volte ci vuole un po’ di tempo per imporre la disciplina giusta. E poi c’è il campionato, nuovo nella formula, negli orari e nella composizione. Un campionato da capire, da interpretare. E infatti i risultati sono strani, a volte imprevisti, a volte ‘abbondanti’. Ma tutte le squadre, credo, sono alla ricerca dell’assetto definitivo, e le prime giornate regalano emozioni e gol a grappoli. Prendete ieri, ad esempio: nel girone A 33 gol in 9 partite, media 3,66. Siccome è impensabile che, di colpo, siano diventati tutti Zeman, appare chiaro che i meccanismi vadano perfezionati ovunque. E anche le 2 squadre a punteggio pieno dopo 2 giornate, su un torneo di 38, dicono nulla. Oltretutto con una squadra che non ha ancora giocato (Arezzo) e due che devono recuperarne una (Giana e Albinoleffe). Classifica, dunque, largamente incompleta.
E lo spezzatino degli orari? Mescola le carte, cambia le abitudini, crea difficoltà, ma genera nuove emozioni obbligando la mente a resettare tutto. Mercoledì si gioca di nuovo, e al ‘Mocca’ arriva il Novara: gran derby contro una formazione attrezzata per la B, dove pensava di essere reintegrata. Non è stato così, e ora è una delle favorite del girone. Speriamo che l’Alessandria sia un ostacolo insormontabile.
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