Per fortuna è finito, novembre. Alessandria battuta 2-0 anche a casa di Virgilio, e senza poesia. Tre sconfitte su quattro, e un sol punto, è il misero bottino dei grigi nel mese più triste dell’anno; e pensare che, a fine ottobre, avevano perso una volta sola ed erano una delle migliori difese del torneo. Si parlava di ‘pareggìte’, ma la guarigione pareva a portata di mano. Ora c’è una pesante ‘sconfittìte’ che richiede cure da cavallo. Ma cosa? L’allenatore è già stato cambiato (troppo in fretta?), quello nuovo ha fatto 1 punto in 3 gare, il morale è sotto le scarpe, i tifosi cominciano a disertare gli spalti, la classifica si allunga sempre più, la vetta si allontana. Non che conti troppo, il primo posto, perchè vale arrivare fra i primi otto, ma adesso l’Alessandria è 12ma, nell’ultimo posto utile per il playoff, che di 4 squadre ne promuove una. Se no sarà serie D. Uno psicodramma, per gli sportivi mandrogni. Altro che proclami estivi e ambizioni prepotenti, qui bisogna stare attenti a non precipitare. LdM (Luca di Masi, il presidente) sta vicino alla squadra, è costruttivo e non disfattista, promette ancora più impegno per finire nelle prime otto; l’asticella si abbassa, dunque. Dal sogno “almeno terzi” alla speranza “forse ottavi” c’è una bella differenza, ma bisogna prendere atto della realtà. Mica balle. E intanto gli ex ci perseguitano. Sembra che abbiano tutti vendette da consumare. Passi per Fanucchi: qualcosa ci ha fatto vedere e se ne è andato a denti stretti, ma Floriano… Chiiii?? Mah, di qui è passato, più per le statistiche che per altro. Undici gettoni fra gennaio e giugno 2012, senza lasciare segni. Eppure ieri ci ha castigato, ha trovato (Servili colpevole) e trasformato (due volte) il rigore, ‘girando’ la partita: un primo tempo anonimo è finito con i grigi sotto di un gol e di un uomo. E valla ad arrangiare, poi. E difatti “giogu bin, tacu bin, ma perdu” è arrivato il raddoppio e tanti saluti. I problemi sono tanti, si accavallano, ma ce n’è uno dominante: QUESTA SQUADRA ‘N-O-N F-A G-O-L’! Che nel calcio è quasi tutto. Soluzione difficile, o forse no, ma la nottata dovrà passare. Solo che sembra la notte artica, quella che dura sei mesi. (r.b.)
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