Quando nacque Gesù anche gli alberi, come gli animali e gli uomini, vollero offrirgli doni per consolare la sua povertà. Solo l’abete non aveva fatto la sua offerta: non sapeva cosa dare.
“Che cosa posso offrire, io, al Bambino?” chiese agli altri.
“Tu non hai nulla da offrire – gli risposero gli alberi – i tuoi aghi aguzzi pungerebbero il bimbo e le tue lacrime sono appiccicose di resina”.
Il povero abete si sentì molto infelice e disse con tristezza: “Avete ragione. Non ho proprio niente che sia degno di essere offerto al Bambino”.
Un angelo udì quelle parole ed ebbe compassione dell’abete cosi umile e decise di aiutarlo.
In alto, nel cielo, le stelle cominciavano a brillare. L’angelo chiese ad alcune di esse di scendere e di posarsi sui rami dell’abete. Esse ubbidirono e il grande albero ne fu tutto illuminato.
Il Bambino Gesù lo vide, i suoi occhi brillarono di gioia. L’abete ne fu molto felice.
Molti anni dopo, le persone che conoscevano questa storia presero l’abitudine di far brillare in ogni casa, la vigilia di Natale, un abete carico di candele accese, come quello che aveva brillato davanti al presepe.

Dal web

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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