Lo scorso martedì 26 novembre è stata una giornata storica per la città, gratificata dalla visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La prima sosta dell’inquilino del Quirinale è avvenuta proprio sulla riva del fiume, sul lato sinistro del ponte Meier, dove ha inaugurato, accanto ai suoi corazzieri, il monumento che celebra il trentennale dell’alluvione del 1994.
Il monumento
Il progetto artistico è stato realizzato dall’artista Danilo Trogu, maestro ceramista, coadiuvato per l’innesto urbano dell’opera da Alfonso Femia,, architetto particolarmente sensibile e impegnato sui temi dell’acqua.
L‘installazione, collocata in prossimità della passerella pedonale di Lungo Tanaro San Martino, in uno spazio pubblico destinato a verde, onora l’anniversario ponendo su un lato verticale i nomi di battesimo delle 14 vittime. Al di sopra, una superficie di colore blu, a simboleggiare l’acqua, e marrone, per rievocare il fango, accoglie una serie di piccole case in ceramica smaltata striate di blu, ricordando l’invasione e la potenza distruttrice dell’evento atmosferico.
Le parole
Così il ceramista Danilo Trogu: “La ceramica è un materiale straordinario, capace di tenere dentro tutti i tempi. Ci sono tanti modi per ricordare, rivolgendosi al passato o al futuro. Ho scelto una visione rivolta al futuro, all’incontro tra le persone in uno spazio pubblico urbano. L’innesto dell’opera nella zolla di terra, al margine della riva, quasi sull’argine, è anch’esso un modo per tenere impresso nella memoria che il fiume continua ad esistere e ad attraversare la città”.
Così l’architetto Alfonso Femia: “Si tratta di un’opera importante che reca la testimonianza dell’acqua in eccesso. In 30 anni la situazione si è esasperata, le alluvioni si ripetono con sempre maggiore frequenza, danneggiando gravemente i territori Ma c’è anche l’altro aspetto, quello dell’acqua che manca. L’acqua, visibile e invisibile, è l’elemento fondamentale per la governance urbana del prossimo futuro”.