Pianta di aloe

“Siamo davanti a un caso di strabismo normativo”, affermano Coldiretti e Filiera Italia commentando la decisione dell’Ue basata su un parere Efsa (autorità dei medicinali) di vietare aloe e altre piante come il rabarbaro, nella preparazione di integratori. Questo perché, secondo l’Agenzia, se questi alimenti vengono testati in forma purificata e ad alte concentrazioni contengono derivati idrossiantracenici (HADs), sostanze che sarebbero risultate pericolose.

Spiegano Coldiretti e Filiera Italia: “Partendo dal presupposto che è tutta da dimostrare la pericolosità di alimenti naturali, e non è certo detto che esse si comportino come le sostanze purificate, colpisce l’atteggiamento dell’Europa, e in particolare dell’Efsa, che per gli alimenti naturali richiede processi autorizzativi da Big Pharma, mentre per quelli costruiti in laboratorio, di cui non si conoscono gli effettivi rischi sulla salute umana, si rifiuta di fare test clinici e preclinici previsti per i farmaci, ma preferisce trattarli come semplici alimenti con garanzie inadeguate”. 

Ancora una volta, dunque, la Commissione decide di operare con gli occhi bendati, senza preoccuparsi dei rischi che il settore agroalimentare europeo potrebbe correre. Evidentemente la lobby degli integratori chimici è spaventata del crescente successo tra i consumatori dei prodotti naturali contro quelli di sintesi.

Ciuffi di rabarbaro

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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