ROMA (ITALPRESS) – “Alcuni magistrati vogliano affermare la propria visione della società e della politica attraverso la giurisdizione. Leggo che Santalucia dice: la nostra è una Costituzione progressista. In realtà l’hanno scritta cattolici, liberali, comunisti, conservatori. Capisco che possa affermare che è permeata da spirito antifascista, ma non è progressista”. Lo dice il presidente del Senato Ignazio La Russa in un’intervista al quotidiano La Repubblica.
Che poi spiega: “La destra, che vuole governare, vorrebbe rispetto per le prerogative della politica. Ed è per questo che dobbiamo chiarire questa zona grigia, perché altrimenti non si capisce quale sia il confine tra le funzioni della giustizia e quelle della politica. Insieme, in modo concorde, maggioranza, opposizione, magistrati, dobbiamo perimetrare questi ambiti. La lite non funziona. A chi spetta definire esattamente i ruoli della politica e della giustizia? Alla Carta costituzionale. In passato tutto sembrava funzionare. Dopo Tangentopoli non è più stato così. Ci sono magistrati che vanno oltre, dando la sensazione di agire con motivazioni politiche. E ci sono, d’altro canto, politici che hanno il dente avvelenato con i giudici. Se la Costituzione non appare sufficientemente chiara, si può chiarire meglio”.
Alla domanda se proponga una riforma complessiva del Titolo IV, La Russa risponde: “Perchè no? Potrebbe essere utile una riforma che faccia maggiore chiarezza nel rapporto tra politica e magistratura. Così non funziona”. E poi aggiunge che “la sentenza che non ha convalidato il trasferimento dei migranti in Albania si può criticare. E’ sempre successo, a destra come a sinistra. Nordio l’ha definita abnorme. Significa: fuori dalla norma”.
La conclusione: “La destra è sempre stata ‘dalla parte dei giudici’. Solo noi abbiamo candidato Borsellino al Colle. Eravamo al fianco di Mani pulite, e forse oggi possiamo dire anche troppo. Non è in discussione il rispetto della magistratura, che appartiene alla nostra storia”.
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