Veduta esterna del carcere di Vercelli (foto Ministero Giustizia)

Nel pomeriggio di ieri, un detenuto del carcere di Vercelli ha prima dato fuoco ad alcune suppellettili della sua cella e poi ha cercato di aggredire, con una rudimentale arma da taglio, il personale di Polizia Penitenziaria in servizio.

IL FATTO – Lo riferisce Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Il detenuto ha dato fuoco al sacco della spazzatura che teneva in cella. Al tempestivo intervento dei poliziotti per spegnere le fiamme, lo straniero ha preso per il collo un Ispettore, brandendo minacciosamente la gamba di un tavolino a mo’ di manganello. Due agenti lo hanno bloccato ma l’uomo ha cercato di prendere una rudimentale arma da taglio che aveva in tasca e si è scagliato contro il muro, provocandosi ferite alla testa, tentando di apparire vittima e non carnefice di questa folle violenza. Il personale intervento è poi dovuto ricorrere alle cure dei sanitari”. 

LA SITUAZIONE – Il Segretario generale del SAPPE, Donato Capese, la definisce “Pericolosa e assurda. Ripropone le difficoltà del sistema penitenziario nazionale. Lo Stato non può tollerare questa diffusa impunità, servono provvedimenti urgenti ed efficaci. La tensione è palpabile ed è grave che a pagare lo scotto siano i servitori dello Stato. Un’offesa alla Nazione, un gesto vile perché commesso in stato di detenzione, dentro ad un carcere, mentre si è soggetto all’opera di risocializzazione”. 

LA LEGGE – Capece apprezza l’approvazione degli articoli del DDL Sicurezza: “Inseriscono l’uso delle Body Cam nei contesti operativi e auspico anche l’adozione di tutte quelle misure a tutela degli operatori, prevedendo arresto obbligatorio, in flagranza di reato, per coloro che commettono aggressioni fisiche e violenze nei confronti degli appartenenti alle Forze di Polizia”. 

L’APPELLO – Il segretario generale del SAPPE parla forte e chiaro alle istituzioni: “Chiediamo l’immediato intervento del D.A.P. e del Ministero della Giustizia per ribadire la necessità di misure più severe nei confronti dei detenuti violenti, reputando che soggetti come questi non meritino alcun tipo di beneficio. È necessario applicare l’art. 14 bis dell’Ordinamento Penitenziario e fornire al personale strumento adeguato alla propria difesa”.

Sembra che nessuno voglia ascoltare. Eppure le parole sono chiare. Forse a qualcuno sta bene così?

Sezione detentiva del carcere di Vercelli

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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