Ennesimo fatto grave avvenuto ieri nel carcere San Michele di Alessandria. Lo racconta Demis Napolitano, vicesegretario regionale per il Piemonte del SAPPE: “Un detenuto marocchino, attorno alle 13, si è recato all’ufficio di Sorveglianza Generale ma, non trovando nessuno, ha rovesciato un armadio. Riportato alla calma, il detenuto ha fatto la prevista videotelefonata, poi è tornato nel medesimo ufficio e si è infilato attraverso il cancello del personale. Ha estratto una lametta e si è scagliato contro il poliziotto che, bravo e preparato, lo ha disarmato”.
Si complimenta col collega il segretario nazionale del SAPPE Piemonte, Vicente Santilli: “L’evento è stato gestito al meglio dalla Polizia Penitenziaria, che paga però in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici: aggressioni, colluttazioni, ferimenti risse, tentati suicidi. È per noi importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale”.
Come non dare ragione al sindacalista?
Le richieste dei poliziotti
Tramite il segretario generale del SAPPE Donato Capece, i poliziotti penitenziari solecitano un cambio di regole e l’intervento delle autorità preposte: “Servono provvedimenti urgenti, a cominciare da un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante la permanenza in carcere e finendo con l’espulsione di tutti i detenuti stranieri in Italia, tropo spesso protagonisti di tali eventi”.
Poi l’appello ai vertici del DAP “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere con impunità assoluta. Serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato”.