Produzione di miele a rischio: si teme possano di morire di freddo se sorprese fuori dalle arnie al calare del sole.
Le temperature al di sopra della media e le giornate di sole di questo febbraio anomalo ingannano i 50 miliardi di api presenti in Italia, risvegliate in anticipo dalla finta primavera. Lo dice il monitoraggio di Coldiretti sugli effetti di un inverno bollente, dopo un 2023 che è stato l’anno più caldo di sempre.
Secondo il presidente Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco, “le temperature fino a 20° fanno uscire le api, ma rischiano di morire di freddo se sorprese fuori dalle arnie quando cala il sole. Inoltre la carenza di fioriture fa consumare energie, con tanti voli a vuoto. Così i produttori sono costretti ad intervenire con alimentazione zuccherina, per sostenere le famiglie di api, che rischiano forti perdite”.
Il miele
È in pericolo la produzione. Il raccolto italiano 2023 (15 milioni kg) è fra i più poveri del decennio, schiacciato dagli eventi estremi. Ma il ruolo delle api va ben oltre la produzione di miele, visto che il 75% di colture dipende dalla loro impollinazione: mele, pere, fragole, ciliegie, cocomeri, meloni. Una singola ape visita in media circa 7.000 fiori al giorno e ci vogliono 4 milioni di fiori per produrre 1 kg di miele.
In provincia
Nei circa 30.000 alveari del territorio alessandrino la situazione delle api è un indicatore dello stato di salute dell’ambiente. Spiega il direttore Coldiretti Alessandria, Roberto Bianco: “Il caldo fuori stagione favorisce il risveglio anticipato delle piante, col pericolo di esporre le coltivazioni ai danni di un prevedibile, successivo, forte abbassamento delle temperature. La siccità mette a rischio le semine, ma anche il foraggio nei pascoli risulta in netto calo. La mancanza di acqua provoca ripercussioni sui costi per le imprese: una situazione di stress idrico che non è normale nel mese di febbraio”.