Estemporanea protesta, martedì pomeriggio, nella Casa circondariale di Torino. Leggete la ricostruzione di Vicente Santilli, segretario regionale SAPPE: “I detenuti della XI Sezione del Padiglione C non volevano rientrare dai passeggi. Quelli del 3° piano avevano messo in atto la protesta contro la decisione, calata dall’alto, di rimodulare l’operatività da “trattamento avanzato” (ossia con regime aperto) ad “ordinario”. Sono arrivati moltissimi poliziotti di rinforzo, ma dopo una lunga opera di mediazione della ‘Penitenziaria’, e senza atti di forza, i detenuti hanno desistito. L’Amministrazione dovrebbe riconoscere al personale una ricompensa per la professionalità mostrata nella gestione dell’evento”.
In attesa del taser
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, spiega bene le cose e va giù duro: “La situazione è sempre più critica. La popolazione detenuta è refrattaria al rispetto delle regole. Chiediamo l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. E poi sarebbe opportuno dotare al più presto la Penitenziaria del taser o di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti”. Per il leader del SAPPE “quanto accaduto a Torino dovrebbe far capire quanto sia stressante il lavoro in carcere per donne e uomini della Polizia Penitenziaria e dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti, che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”.