Con il crollo dei raccolti volano i prezzi al dettaglio delle patate che si classificano come il prodotto ortofrutticolo che fa registrare il maggior rincaro al consumo, con un aumento del +26% ad agosto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo ha rilevato un’analisi della Coldiretti sugli effetti dell’inflazione, con le patate che sono il prodotto che sale di più dopo zucchero e olio di oliva.

Piatto povero per eccellenza, le patate sono l’ortaggio più presente nelle tavole delle case e dei ristoranti, consumate tal quali o come ingrediente in mille modi diversi, fritte, bollite, croccanti al forno o in padella, a purea ma anche in ricette dolci o salate. Originarie del continente americano, nello specifico delle Ande, raggiunsero le coste europee solo nel XVI secolo, per poi conquistare le cucine del mondo per la loro versatilità, contenuti nutrizionali e il basso costo.

A pesare sui prezzi è il fatto che, a fronte del crollo delle produzioni nazionali, le importazioni di patate straniere sono esplose (+27%). Il risultato è che gli agricoltori italiani hanno registrato un calo delle produzioni, non compensate da aumenti adeguati dei prezzi all’origine anche per effetto dell’aumento dei costi energetici, mentre i prezzi al dettaglio mettono in difficoltà i consumatori. Infatti, a fronte delle quotazioni alla produzione agricola pari in media a 0,54 € al kg, secondo l’Ismea al dettaglio per i consumatori i prezzi salgono però a valori compresi tra 1,10-2,30 € al kg.

A colpire i raccolti nazionali sono stati gli attacchi di elateridi, detti anche ferretti, che fanno parte della famiglia dei coleotteri e sono parassiti particolarmente dannosi per le patate, ma anche per i pomodori, bietola e mais, che hanno distrutto le produzioni, ma si sono aggiunti gli effetti dell’alluvione in Romagna e soprattutto i danni da cambiamenti climatici con temporali devastanti.
La provincia di Alessandria, dal 2021 al 2023, è passata da 436 ettari coltivati a patate a 333, mentre la produzione è scesa da 152.600 quintali a 108.160.

Il presidente Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco, spiega: “La riduzione sulle patate da consumo fresco è dovuto in parte al mercato che si sta allargando su produzione estera, e in parte agli eventi dell’Emilia Romagna che hanno compromesso notevolmente i raccolti”. 

Discorso diverso per il comparto del prodotto per industria, che riscuote crescente interesse. Le patate destinate al prodotto trasformato presentano, infatti, caratteristiche molto meno soggette ad attacchi di insetti e quindi più gestibili dal punto di vista commerciale, con percentuali di scarto decisamente inferiori. Destinate alla produzione di chips e sticks, i tuberi coltivati in provincia di Alessandria, sono molto richiesti dalle grandi industrie italiane per l’ottima qualità, i costi più contenuti e per la buona resa di prodotto finito.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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