Il 9 giugno 2023 è una data da segnare che moltissimi giovani attendono da tempo con ansia.
Si tratta della data di uscita della serie – sviluppo del nuovo progetto “Questo mondo non mi renderà cattivo” del fumettista Zerocalcare. Non sarà il sequel dei 6 episodi della serie “Strappare lungo i bordi”, già uscita nel 2021, ma vedremo raccontata una storia completamente nuova. Certo è che, se è vero che si tratta di un racconto diverso, dalle prime immagini del trailer è possibile ritrovare moltissimi personaggi e temi già trattati nei fumetti di Michele Rech (questo il vero nome), proprio gli stessi temi e personaggi che il pubblico ha amato in precedenza.
Ad esempio non mancherà il celebre Armadillo, ritroveremo Sara, guida morale di Zero o, ancora, ci sarà di nuovo Secco con la sua battuta-tormentone “Annamo a pija er gelato?”.
Il titolo “Questo mondo non mi renderà cattivo” sembra essere il mantra che lo stesso Zerocalcare si ripete spesso, ispirandosi ad un cantautore romano, quasi per auto-convincersi che, in quei momenti della vita in cui ci si sente senza fuga, rinnegare ideali e principi pur di togliersi dai guai non è la soluzione.
Cerchiamo di capire insieme quali sono gli elementi che si celano dietro questo immenso successo.
Vista la serie e osservato lo stile narrativo di Zerocalcare, ci si potrà accorgere del fatto che, in fin dei conti, “Strappare lungo i bordi” racconta una storia abbastanza semplice e lineare, niente di trascendentale o di particolarmente “innovativo”.
Al centro della storia (per chi non la conoscesse) ritroviamo infatti un ultra-trentenne che fatica a trovare il suo posto nel mondo e che, mentre è impegnato a fare un viaggio in treno, affronta anche un viaggio all’interno delle tappe della sua esistenza rendendosi conto di come certe sensazioni e certe inquietudini siano state una costante nel suo percorso di vita. Una ironica malinconia (o malinconica ironia) che sembra essere la perfetta rappresentazione di una intera generazione costretta a vivere quotidianamente con l’incertezza del futuro ma con la voglia di cambiamento, con la voglia di superare i preconcetti di un mondo all’antica.
Scelte, disagi, ricerca di spensieratezza, apparenze, occasioni perse…tutti temi che, proprio nella loro seppur apparente “banalità”, trovano la loro potenza narrativa.
Dunque se è vero che buona parte del successo della serie è legata a quello precedente di Zerocalcare, raggiunto con i fumetti (una buona base di partenza, solida e leale), contestualmente non è possibile non citare l’onestà dei suoi racconti. La sua ironia, la scelta di raccontare la verità di una generazione, nel bene e nel male, hanno reso lui e il suo linguaggio universalmente empatici.
Ha portato sul piccolo schermo la sua visione del mondo, dissacrante ma drasticamente vera, offrendo a moltissimi spettatori un vero e proprio specchio attraverso il quale guardare sé stessi. La maggior parte dei riferimenti possono essere colti soprattutto da coloro che sono nati negli anni ’80, ma i sentimenti a cui da voce l’autore, come detto in precedenza, sono sempre e comunque attuali, forse oggi anche più di qualche anno fa. Zerocalcare fotografa una società senza mai “dare una spiegazione”, ma lascia che lo stesso spettatore si interroghi e trovi da solo le risposte, proprio come la vita stessa ci porta a fare. Zerocalcare parla ad una ‘generazione a pezzi’ con crudele ironia, non promettendo che andrà tutto bene ma confidandosi e raccontandosi a chi guarda, a sua volta raccontato con una linearità mai vista prima.
Questa universalità emotiva è sicuramente la forza più grande della serie.
Ludovica Italiano