Resta altissima la tensione nelle carceri piemontesi, affollate da oltre 4.000 detenuti, e continua a salire il numero di eventi critici tra le sbarre, come dimostrato dagli ultimi episodi di Don Soria e San Michele ad Alessandria. Ma anche a Torino, e di nuovo al Don Soria, ci sono stati problemi.
Alessandria
La denuncia arriva dal SAPPE, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del Segretario regionale Vicente Santilli che racconta:
“Ad Alessandria un detenuto marocchino, tornando dall’Infermeria, ha inveito contro gli agenti, estraendo una lametta per colpire al volto un poliziotto, senza però riuscirci. È intervenuto un altro agente ed entrambi sono riusciti a contenerlo con non poca fatica. Hanno sottratte la lametta, ma sono finiti in infermeria dove hanno avuto una prognosi di 5 e 7 giorni”.
Torino
È sempre Santilli che parla: “A Torino un detenuto tunisino del Padiglione A, dopo un gesto di autolesionismo è stato condotto in infermeria. Tornato in Sezione rifiutava di rientrare in e, molto agitato, offendeva il poliziotto e gli tirava uno sgabello. Con l’intervento di un altro agente si è riusciti a calmare il detenuto, ma uno dei due, nel togliere lo sgabello dalle mani del detenuto, si procurava un taglio alla mano, finendo al Pronto Soccorso dell’ospedale Maria Vittoria”.
La denuncia del Sappe
Questo il commento del segretario generale del Sindacato Donato Capece: “Le carceri sono diventate un colabrodo per le responsabilità chi ha voluto allargare troppo le maglie del trattamento, a discapito della sicurezza interna. Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro le pene nelle loro carceri. Ma servono anche tecnologia e investimenti: la situazione resta allarmante, anche se i Baschi Azzurri garantiscono ordine e sicurezza. I decreti svuota-carceri, che molti invocano, da soli non servono: serve il taser per potersi difendere dai detenuti violenti e la dotazione di body-cam”.