Mais e soia coltivati al posto del riso causa siccità? Potrebbe essere il destino di molti territori italiani. Siamo solo all’inizio della campagna, ma le previsioni sembrano andare proprio in questa direzione: in provincia di Alessandria si stima una riduzione di circa il 15%, ma il dato potrebbe salire.
Sul nostro territorio sono circa 7.900 gli ettari coltivati a riso, per una produzione di 568.338 quintali, concentrati nella zona del casalese: Villanova, Balzola, Morano Po, mentre la situazione più complicata per la mancanza di acqua riguarda la produzione a ridosso del vercellese.
Coldiretti Alessandria sottolinea che le preoccupazioni per il riso sono lo specchio delle difficoltà in cui si trova l’intera agricoltura nazionale dove, per la mancanza di acqua, verranno coltivati quest’anno in Italia quasi 8.000 ettari in meno di riso.
Il commento
Afferma il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco: “Il riso è una coltura che, per crescere e garantire l’equilibrio ambientale ha bisogno di molta acqua per periodi prolungati. Il meteo pazzo sta spingendo gli agricoltori ad abbandonare le risaie, con effetti preoccupanti sull’ecosistema, l’economia e l’occupazione. Con 1,5 milioni di tonnellate all’anno l’Italia, infatti, garantisce il 50% dell’intera produzione di riso della Ue, di cui è il primo fornitore”.
Peggio dell’anno scorso
La situazione è peggiore dello scorso anno, quando si registrò una perdita di 6 miliardi di euro nei raccolti a causa della siccità. Con il Po a secco, rischia 1/3 del Made in Italy a tavola che si produce proprio della Pianura Padana, dove si concentra anche la metà dell’allevamento nazionale. In Italia 9 risaie su 10 sono concentrate al nord dove è caduto il 40% di pioggia in meno rispetto alla media storica, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr.
Per il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco “La perdita del riso aumenta il problema della carenza idrica, perché la sua coltivazione garantisce veri e propri bacini idrici ed è determinante per tutto l’agro-eco-sistema. Sul riso italiano grava anche la concorrenza sleale delle importazioni low-cost dai paesi asiatici, agevolate dalla UE nonostante non garantiscano gli stessi standard di sicurezza alimentare, ambientale e dei diritti dei lavoratori”.