Gender fluid: dai falsi miti alla moda del futuro
Ormai con sempre più frequenza si sente parlare di fluidità di genere e di persone gender fluid. Ma sappiamo tutti davvero di cosa si tratta?
Facciamo chiarezza…
Prima di tutto è importante fare una precisazione: identità di genere ed orientamento sessuale sono due cose ben diverse.
L’identità di genere fluida non ha a che fare infatti con la sessualità, bensì con la libertà. Cosa significa?
Sostanzialmente bisogna distinguere il sesso biologico e l’immagine socio-psicologica che la persona ha di sé, ovvero il genere. L’identità di genere è ciò che “ti senti”, mentre l’orientamento sessuale è ciò che ti attira. Entrando più nello specifico non è poi detto che il sesso biologico, ovvero quello determinato dal numero di cromosomi dell’individuo, ed il genere, ovvero ciò che deriva dall’immagine socio-psicologica che l’individuo ha di sé, corrispondano. L’espressione di genere si manifesta attraverso il modo in cui ci mostriamo al mondo esterno e una persona che si definisce fluida non vuole essere etichettata in nessuno schema sessuale, non è quindi ad esempio etero, bisessuale, transessuale ma la sua identità di genere e sessuale è appunto in cambiamento fluido e costante tra le varie possibilità. C’è chi prova questi cambiamenti più volte durante una stessa giornata, c’è poi chi invece lo sperimenta con meno frequenza. È importante fare chiarezza perchè c’è ancora chi nel 2022 definisce le persone gender fluid come “confuse” o “aperte a variare il proprio orientamento sessuale in base alla disponibilità di partner” sulla scia di meri capricci giovanili.
Ancora è importante non confondere la disforia di genere con le persone gender fluid. La persona che soffre di disforia di genere, riportando le parole dell’attivista transgender Monica Romano, “vive una condizione caratterizzata da un profondo e insopprimibile disagio provocato dalla discrepanza fra genere percepito/esperito e quello assegnato alla nascita, e compromette aree di vita significative”. Le persone che vivono questa situazione, di solito, si identificano come transgender e possono decidere di intraprendere un percorso di transizione. Questa condizione non caratterizza necessariamente invece una persona gender fluid che tendenzialmente vive con orgoglio e in maniera arricchente la sua fluidità.
Il messaggio che la Gen Z tenta di mandare è quindi chiaro: libertà. Libertà in ogni contesto. Dobbiamo essere liberi di essere noi stessi in ogni situazione e in ogni luogo. Una lotta contro gli stereotipi che è stata “accolta” anche dalla moda stessa. Abbandonate ormai le idee per cui esisterebbero dei colori “maschili” e dei colori “femminili”, la genderless fashion (questo il nome “tecnico”) propone capi adatti a ogni persona, corpo, genere senza distinzioni o pregiudizi spingendo verso una inclusività sempre maggiore. E da precisare inoltre che la moda gender fluid non è moda unisex che, al contrario, concepisce indumenti dapprima “prerogativa” di un solo genere poi conquistati anche dall’altro. In questa definizione manca proprio l’elemento della fluidità caratteristico invece della moda neutra.
E sapete chi è stato il promotore della moda fluida (e non unisex)? Giorgio Armani.
A lui hanno si sono poi ispirati altri importanti nomi dell’alta moda e marchi come Gucci, Marc Jacobs, Stella McCartney, Yves Saint Laurent, Louis Vuitton, Converse, Puma e tanti, tanti altri rendendo ormai chiaro che anche la moda ha scelto di annullare differenze e distanze di ogni tipo ampliando sempre di più gli orizzonti della inclusività.
Ludovica Italiano