Non c’è pace per la Birmania. Min Aung Hlaing, capo della giunta militare golpista, ha
comunicato che lo stato di emergenza, in vigore dall’inizio del colpo di stato, avvenuto il 1°
febbraio 2021. Le elezioni promesse dai militari, previste per l’agosto 2023, sono già state
rimandate. Il regista giapponese Toru Kubota è stato arrestato per aver filmato le proteste
in corso a Yangon, segno dello stato di polizia e censura in cui il paese vive ad un anno e
mezzo dalla caduta del governo democraticamente eletto.
Famiglie e minori in difficoltà. La denuncia di Save The Children
Le tensioni sociali e i conflitti etnici, nel frattempo, sono divampati in tutta la Birmania, e la
presa di posizione della giunta militare di certo non hanno aiutato a sanare i conflitti. La
povertà e la fame dilagano presso la popolazione e la comunità internazionale, occupata
dalla gestione della pandemia e delle recenti tensioni internazionali – come la guerra in
Ucraina e l’escalation militare presso le coste di Taiwan – risulta percettibilmente
desensibilizzata rispetto all’inizio del colpo di stato. «Più di 150.000 bambini costretti a
fuggire dalle loro case, la comunità internazionale li sta abbandonando» denuncia Save
The Children, attiva nel Paese dal 1995. «In un anno di conflitto, le famiglie hanno perso
più della metà del loro reddito – scrive l’organizzazione internazionale – milioni di bambini
non hanno cibo a disposizione e le famiglie sono costrette a chiedere l’elemosina o prestiti
per sopravvivere». L’impennata della povertà in corso rischia di annullare gli ultimi anni di
difficili progressi economici.
Il silenzio della comunità internazionale.
Nonostante le generali dichiarazioni di solidarietà espresse dalla comunità internazionale,
nessuna azione o provvedimento è stato disposto, né dalla comunità occidentale, né dai
vicini paesi del sud est asiatico al fine di arginare la presa di potere dei golpisti. La giunta
militare, nel corso di quest’anno e mezzo, è stata lasciata libera di consolidare le proprie
posizioni, sedando le richieste dei manifestanti e mantenendo il controllo del paese con il
pugno di ferro e la censura. Significativa la politica di “non interferenza” dell’ASEAN,
Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico, organizzazione politica, economica e culturale di libero scambio dei paesi del sud-est asiatico, la cui assenza è stata percepita
da Min Aung Hlaing come un beneplacito per il consolidamento del proprio potere. «È
tempo che gli stati dell’ ASEAN si facciano avanti, individualmente e collettivamente – ha affermato preoccupato il senatore americano Mitch McConnell leader della minoranza –
Mentre la giunta sta immergendo la Birmania nel caos e nella guerra civile, i disordini
riguarderanno l’intera regione». Il pericolo, avvertono gli esperti di tutto il mondo, è il
cronicizzarsi di questa situazione di tensione. La “Siria del sud-est asiatico” rischia di far
sprofondare nel dramma della normalità i numerosi atti di “terrorismo” che la giunta militare adotta ai danni della popolazione civile, rea di essere, per la maggior parte, contraria alla presa di potere dei militari e favorevoli alla democrazia.
Daniele De Camillis