La Shrinkflation: un fenomeno attuale

I consumatori, sono sempre più attenti all’incremento dei prezzi e per risparmiare sono pronti a rinunciare all’acquisto di determinati beni.
Se però non è il prezzo a variare ma le dimensioni, abbiamo la momentanea illusione che nulla sia cambiato e quindi procediamo all’acquisto. La shrinkflation è quel fenomeno di marketing che consiste nella riduzione delle quantità all’interno di una scatola (ad esempio pasta nella confezione da 500g che diventa da 410g), mantenendo però il prezzo invariato. Il termine è composto da due parole: “shrink”, ovvero restringimento, e “inflation”, cioè inflazione. Il termine “shrink” si riferisce alla variazione delle dimensioni del prodotto, mentre “inflation” si riferisce all’aumento dei prezzi.
Dal punto di vista aziendale, questo metodo è utile per aumentare o mantenere i margini di profitto senza attirare troppa attenzione. Chi ama la pasta, ad esempio, potrebbe non rendersi conto se la sua marca preferita riduce le dimensioni del cartone del 10%, ma quasi sicuramente sarà in grado di dire se il prezzo sale dello stesso importo. Le aziende potrebbero anche ricorrere alla shrinkflation per mantenere la quota di mercato. In un settore competitivo, l’aumento dei prezzi potrebbe portare i clienti a passare a un altro marchio mentre l’introduzione di piccole riduzioni sulle dimensioni delle loro merci, invece, dovrebbe consentire un incremento della redditività mantenendo i prezzi competitivi.
Ci sono tuttavia degli svantaggi nell’utilizzo di questa tecnica e possono ritorcersi contro chi ne fa uso. La maggior parte delle persone non noterà piccole modifiche alle dimensioni di un prodotto, ma se lo noterà si potrebbe avere un effetto di sfiducia nei confronti del brand.
Per chi se lo stesse chiedendo, questa pratica è assolutamente legale in Italia, a patto che la si comunichi in modo corretto ai consumatori.


Come tutelarsi dalla shrinkflation
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Un suggerimento è quello di controllare il prezzo dei prodotti acquistati al chilo o al litro, piuttosto che quello della confezione, in modo da capire più facilmente se i prodotti che abitualmente acquistiamo, sono stati vittime di questa “inflazione nascosta”.

Andrea Coslovi

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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