Se qualcuno, caso mai, si fosse illuso di andare a prendere chi sta davanti per giocarsi il campionato, è stato brutalmente riportato coi piedi per terra dall’Alessandria di ieri, sconfitta 1-0 a Piacenza. Per i grigi è l’8^ sconfitta in campionato e l’8^ volta senza segnare, troppo se si vuole vincere. Ciò che lascia interdetti è la costanza con cui la squadra riesce a giocare male, a non tirare in porta, a prendere gol in fotocopia su ripartenza avversaria. E dire che le soluzioni ci sarebbero. Però ieri il ‘professor’ Gazzi è rimasto in panchina tutto il tempo, seduto, a guardare lo scempio dei compagni.
La partita è tutta nel gol piacentino, di Galazzi al 43′ con un contropiede di 70 metri dopo un corner per l’Alessandria, e nelle due parate di Stucchi sui tiri ospiti: Sini su punizione (11′) e Bruccini da limite (88′). Per il resto, gran possesso palla alessandrino (“abbiamo giocato 80 minuti su 90 nella loro metà campo”, ha commentato Longo) ma, a livello di conclusioni, è stato più vicino il Piace al raddoppio che i grigi al pareggio.
E così si è consumata la vendetta degli ‘ex’. Come fece il Lecco di D’Agostino-Iocolano-Celjak, ieri ha fatto il Piacenza di Scazzola-Suljic. Ma non basta. Per chi ama la ‘cabala’, c’è un ricorso storico legato al ‘fischietto’. La partita di ieri è stata diretta (benissimo) da Maria Marotta, seconda volta per lei con i grigi: sempre 1-0 per gli avversari.
Allora vinse l’Arzachena, ieri ha vinto il Piacenza. I sardi avevano peggior difesa, peggior attacco e non avevano fatto punti fuori casa; gli emiliani lottano per la salvezza, erano reduci da 2 punti e 1 gol fatto nelle 4 partite precedenti.