E’ una storia che inizia tanto tempo fa: già nel 2009 gli abitanti di Casalbagliano potevano contare sul collegamento internet tramite radiofrequenze con una potenza massima di 640k; nel 2021 gli stessi abitanti, ben 1500, possono contare sulla stessa radiofrequenza e sui soliti 640K. Di acqua sotto i ponti ne è passata ma pare essere scorsa solo lungo il quartiere Cristo, cioè a un chilometro e mezzo da Casalbagliano. Casalbagliano zona residenziale di Alessandria è uno di quei sobborghi che per ragioni commerciali, economiche e di volontà politica rimane ai margini e la banda larga non le è concessa.
La banda larga è uno di quei progetti nazionali con fondi europei e regionali che è stato il fiore all’occhiello di tanti governi che si sono succeduti, la realtà è che le società appaltatrici, parliamo di milioni di euro, hanno posato la fibra ma poi predisposizione e cablaggio non ci sono. Significa avere la fibra sotto i piedi ma non poterla utilizzare. A Casalbagliano non è stata neanche messa perché ritenuta una “zona bianca” che non riguarda il Covid ma intesa come zona di basso introito, alias, per il numero degli abitanti il gestore non intravede business, farla costerebbe più dei ricavi.
La fibra ottica, però, fa parte di un piano di sviluppo nazionale, quindi, gli abitanti di Casalbagliano, già uniti in un comitato per difendere i loro diritti per gli interventi idreogeologici, l’ottenimento delle fognature, dell’illuminazione, della sicurezza, non si sono arresi. Hanno scritto alla Commissione Europea, la quale ha risposto che “Effettivamente un servizio di 640K è molto al di sotto degli standard di connettività accettabili. Per adeguare la qualità dei servizi Internet alle necessità delle società e dell’economia del XXI secolo la Commissione Europea ha adottato come obiettivi per il 2020 al fine di assicurare la copertura dei servizi a 30bps al 100% del territorio europeo e di raggiungere una penetrazione del 50% delle famiglie con servizi a 100MBP”. La lettera di risposta della Commissione Europea si conclude consigliando di rivolgersi al Ministero dello Sviluppo Economico e così fa solertemente il Comitato.
La risposta non si è fatta attendere: “…il predetto Ministro, in qualità di Presidente del Comitato Banda Ultralarga (CoBUL), ha dato forte impulso alla sua attività, convocandolo a cadenza ravvicinata, al fine di individuare le cause del ritardo nella realizzazione dello stesso e le iniziative più urgenti da adottare per accelerare la sua attuazione, necessità che si è manifestata ancor di più nel periodo di emergenza sanitaria in atto”. E ancora:” In particolare, sulla base di una ricerca specifica con gli estremi di Via Casalbagliano risulta che nella suddetta zona, al momento, esiste un operatore con una connessione a banda ultralarga ad almeno 30 Mbps. Nel 2021 invece è previsto l’ampliamento dell’offerta a un ulteriore operatore con connessione a Banda Ultralarga ad almeno 100 Mbps.”
Il Comitato di Casalbagliano decide di non arrendersi e nella speranza di vedere attuate le indicazioni ricevute dalla Commissione Europea e dal Ministero quanto prima, nel frattempo si organizza facendo un sondaggio tra i residenti, il gestore di internet a radiofrequenza più utilizzato viene contattato con una lettera nella quale si dice: “…Siamo qui a richiedere la disponibilità da parte Vostra per quanto concerne l’ampliamento del segnale di connessione portandolo dall’attuale 30 Mega ai 100 Mega con i relativi interventi infrastrutturali. Il tutto è giustificato dal fatto che sul territorio, in continua espansione residenziale, la Fibra e le altre soluzioni di connessione risultano carenti e poco soddisfacenti, figlie anche della poca attenzione e sensibilità da parte degli Amministratori Comunali. Sottolineiamo che nella zona di Casalbagliano si “naviga” ancora a 640 Kb con ADSL…”.
La situazione è ancora in evoluzione e la saga non è ancora finita; il plauso va a questi volenterosi cittadini di Casalbagliano che dimostrano che l’unità di comunità può arrivare dove il singolo non ha accesso e il Pubblico latita.