Sono 5.693 le persone che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid comunicate il 30 gennaio all’Unità di Crisi della Regione Piemonte (dato delle ore 17.30). A 5.638 è stata somministrata la seconda dose.
Dall’inizio della campagna si è quindi proceduto all’inoculazione di 178.922 dosi (delle quali 42.745 come seconda), corrispondenti all’89,02% delle 200.980 finora disponibili per il Piemonte.
La Fase 1, come noto, coinvolge il personale del servizio sanitario regionale, ospiti e operatori delle Rsa.
Intanto, si è tenuta la riunione convocata dal commissario Arcuri con le Regioni per discutere del calendario degli arrivi dei vaccini in Italia, alla luce delle riduzioni nelle consegne annunciate dalle ditte produttrici. Oggi, 31 gennaio dovrebbero essere distribuite in Piemonte le prime 4.800 dosi di Moderna. Le altre due consegne sono in programma per la settimana dell’8 e per quella del 22 febbraio, ma con un taglio già annunciato di circa il 20% rispetto a quanto preventivato nel primo caso e probabilmente anche nel secondo. Confermate, al momento, le quattro forniture di febbraio di Pfizer.
Per quanto riguarda AstraZeneca, la consegna delle prime 428.440 dosi in Italia sono state anticipate alla settimana dall’8 al 14 febbraio. Non sono ancora state stabilite le quantità destinate a ciascuna Regione, che dovrebbero essere parametrate sulla popolazione generale. Al Piemonte spetterebbe quindi il 7-8% delle dosi. Nel pomeriggio, nel frattempo, è arrivata la registrazione del prodotto di AstraZeneca da parte di Aifa, con l’indicazione di un utilizzo preferenziale dai 18 ai 55 anni.
«Alla luce di questa raccomandazione – sottolinea Antonio Rinaudo, commissario dell’area giuridico-amministrativa dell’Unitá di crisi della Regione Piemonte – siamo pronti, anche sulla base delle direttive che arriveranno da Roma, a riorganizzare immediatamente il calendario vaccinale».
«Al di là delle nuove indicazioni più o meno favorevoli sulle prossime consegne dei vaccini – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte e coordinatore nazionale della Commissione Salute, Luigi Genesio Icardi -, a livello nazionale restano da definire correttamente i criteri per la ripartizione dei vaccini. Su questo aspetto le Regioni torneranno a riunirsi a breve. Nella prossima fase dedicata agli ultraottantenni, l’assegnazione dei vaccini in proporzione alla quota di popolazione penalizzerebbe quelle Regioni, come il Piemonte, che registrano una maggiore percentuale di anziani. Sarebbe più corretto considerare una distribuzione proporzionale al numero di anziani di ogni Regione, a seconda delle fasce di età che verranno via via prese in considerazione per la vaccinazione, secondo le priorità stabilite dal Parlamento».