“È assolutamente necessario e urgente prorogare i termini del superbonus 110 percento per la riqualificazione energetica degli immobili almeno al 2023”. A lanciare l’appello è Paolo Papi, presidente di Fiaip Piemonte, la Federazione degli agenti immobiliari professionali. “Stiamo vivendo un paradosso – denuncia Papi – perché il provvedimento, correttamente nato per superare la crisi Covid-19, proprio a causa di questa stessa crisi è praticamente vanificato, almeno per quanto riguarda i condomini. Entro il 2021 non ce la farà praticamente nessuno”.
La spiegazione dell’impasse è semplice: per deliberare un intervento così complesso bisogna riunire le assemblee, ma appunto le assemblee non si possono più convocare, vista la recrudescenza del virus e i conseguenti provvedimenti restrittivi. “Del resto già prima c’erano state grosse difficoltà e si può dire che la stragrande maggioranza dei condomini fosse in altissimo mare”.
In generale, per il momento si assiste a tantissime richieste di fattibilità, ma non ancora l’avvio concreto delle opere con il 110 per i condomini. “Ora che le assemblee sono praticamente vietate, riuscire a concludere tutte le operazioni entro il 2021 è davvero impossibile. Per questo come Fiaip riteniamo fondamentale riconsiderare la data ultima e tornare a quella della prima stesura del provvedimento, che parlava come termine per i pagamenti rimborsabili dal credito d’imposta dell’anno 2023”, spiega Papi.
Non si tratta di una decisione semplice, del resto. Ai problemi logistici per rischio assembramento, si uniscono quelli tecnici. Bisogna capire se sia meglio “lo sconto in fattura o la cessione del credito. Nel primo caso si deve trovare un’impresa disposta ad accollarsi l’onere dei lavori e anche investire per un progetto che comunque deve passare al vaglio dell’assemblea”. Per la cessione del credito, si deve fare l’accordo con una banca, ma prima è necessario procedere con la progettazione degli interventi e le computazioni, quotare i computi all’impresa e poi andare in banca e liberare l’acquisizione del credito presso l’istituto, gestendo il prestito ponte. “Insomma, una sola assemblea non basta mai, anche perché si devono trovare accordi con soggetti terzi, anticipare i costi della progettazione, deliberare insomma”, ricorda il presidente piemontese di Fiaip.
“Si tratta di una buona opportunità, ideata per combattere la crisi economica da Coronavirus, che però il Coronavirus sta già affossando. Prorogare i termini è la scelta più logica e razionale, a questo punto”.